< Pagina:Lucrezio e Fedro I.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.

IX

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Lucrezio e Fedro I.djvu{{padleft:13|3|0]]

NOTIZIE CRITICHE

DI

LUCREZIO.

COstui si annumera tra i migliori Poeti del secol d’oro. Un argomento difficile da lui scelto conserva l’eleganza, e la grazia, condita talvolta con qualche sapore d’antica rozzezza. Errò nell’oggetto, spiegando l’epicureismo; ma finalmente egli non seppe mentir la sua setta; nè era come un preteso filosofo da me conosciuto, che si vantava di essere buon cristiano in Venezia, buon maomettano in Costantinopoli, buon protestante in Londra. La sua morale era quella di Epicuro, che negava la provvidenza, e riponea nel piacere la felicità. Da ciò nasce che la sua opera è seducente, tentando a scuotere il giogo e i pregiudizi della religione, com’egli chiama, e rallentare il timore e il rispetto agl’Iddii. Lucrezio volle perpetuare i sentimenti dei suo maestro. Attribuì al movimento degli atomi gli effetti della natura, atterrando la sapienza d’una divinità. Ragionevolmente se ne

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.