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di Tito Lucrezio Lib. II. 105

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  Fassi ’l corpo sensibile, ed il senso;
  Ma che molto rileva in primo luogo
  Quanto piccoli sian, qual abbian forma,
  1260Ordini, moti, e positure al fine
  Gli atomi, che crear denno il sensibile;
  Delle quai cose tutte alcun non vede
  Nulla ne’ rotti legni, e nell’infranto
  Terreno:, e pur se queste cose sono,
  1265Quasi per pioggia putrefatte, e guaste,
  Generan vermi; perchè mossi essendo
  Della materia i corpi dall’antico
  Ordine lor per l’accidente novo,
  S’uniscon poscia in tal maniera insieme,
  1270Che d’uopo è pur, che gli animai si formino.
  In somma allor che di sensibil seme
  Dicon crearsi il sensitivo, in vero
  Dall’altre cose a giudicare avvezzi
  Fanno allor molle la materia prima,
  1275Perchè ogni senso è certamente unito
  Alle viscere, a i nervi, ed alle vene,
  Che pur son molli, e di mortal sostanza
  Tutte create. Ma sia vero omai,
  Che possan queste cose eternamente
  1280Restare in vita; non pertanto è forza,
  Ch’elle abbian pure, come parti, il senso,
  O sian simili a gli animali interi.
  Ma non san per se stesse esser le parti,

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