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di Tito Lucrezio Lib. II. 111

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  Come sian misti i primi semi, e posti,
  1420E quai moti fra lor diano, e ricevano;
  Poichè forman gl’istessi il Cielo, il Sole
  Gl’istessi ancor la terra, i fiumi, il mare
  Gli uomini, gli animai; l’erbe, e le piante;
  E se non tutti, una gran parte almeno
  1425Son tai corpi tra lor molto simili,
  E solo han vario, e differente il sito:
  Tal se dentro alle cose in varie guise
  Cangiansi de’ principj i colpi, i pesi,
  I concorsi, le vie, gli spazj, i gruppi,
  1430Gli ordini, i moti, e le figure, i siti,
  Debbon le cose variarsi anch’elle,
Or mentre il vero io ti ragiono, o Memmio,
  Sta con l’animo attento a’ detti nostri;
  Perchè novi concetti entro all’orecchie
  1435Tentan di penetrarti, e nuove forme
  Di cose a gli occhi tuoi se stesse svelano,
  Ma nulla è di sì facile credenza,
  Che di molto difficile non paja
  Al primo tratto; e similmente nulla
  1440Per si grande e mirabile s’addita
  Mai da principio, che volgare e vile
  Appoco appoco non diventi anch’egli:
  Come il chiaro, e purissimo colore
  Del Cielo, e quel, che le vaganti e fisse
  1445Stelle in se stesse d’ogn’intorno accolgono,
 

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