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di Tito Lucrezio Lib. II. | 113 |
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Per tutto è sparso un infinito spazio,
Com’io già t’insegnai, come vocifera
1475Per se medesmo il fatto; e del profondo
A ciascun la natura è manifesta.
Dunque pensar già non si dee, ch’essendo
Sparso a noi d’ogn’intorno un infinito
Spazio, nel quale in mille guise, e mille
1480Numero innumerabile di semi
Profondi immensamente, irrequieti
Volan mai sempre, ed a crear bastanti
Fur questa terra, e questo Ciel, che miri,
Nulla fuori di lui faccian quei tanti
1485Principj; essendo massime anche questo
Fatto dalla Natura; e delle cose
Gl’istessi semi in molti modi a caso
Urtandosi l’un l’altro indarno uniti
Avendo pur fatto quei gruppi al fine,
1490Che repentinamente in varie parti
Lanciari, fosser poi sempre principj
E di terra, e di mar, di cieli, e stelle,
D’uomini, d’animai, di piante, e d’erbe.
Onde voglia, o non voglia, è pur mestiero,
1495Che tu confessi esser da noi lontani
Molti altri gruppi di materia prima;
Quale appunto stim’io questo, che stringe
L’Etere con tenace abbracciamento.
In oltre allor che la materia è pronta,