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di Tito Lucrezio Lib. II. 115

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  Non sian nell’universo uniche, e sole;
  Ma piuttosto di numero infinito.
  Poichè tanto altamente è della vita
  1530Il termine prefisso a queste cose,
  E tanto han queste naturale il corpo,
  Quante ogni altra sostanza, ond’esse abbondano
  Generalmente; il che, se bene intendi,
  Tosto libera, e sciolta, e di superbi
  1535Tiranni priva, e senza Dei parratti
  La natura per se creare il tutto.
  Conciossiachè, sia detto pur con pace
  De’ sommi Dei, che placida, e tranquilla
  Vivon sempre un’età chiara, e serena,
  1540Chi dell’Immenso regger può la Somma?
  Chi del Profondo moderare il freno?
  Chi dare il moto ad ogni Cielo, e tutte
  Di fuochi eterei riscaldar le terre,
  E pronto in ogni tempo, in ogni luogo
  1545Trovarsi ond’egli tenebrosi renda
  D’atre nuvole i giorni, e le serene
  Regioni del Ciel con tuono orrendo
  Squassi, e vibri talor fulmini ardenti,
  E spesso atterri i proprj templi, e spesso
  1550Contro i deserti incrudelisca, ed opri
  Irato il telo, onde sovente illesi
  Restano gli empj, è gl’innocenti oppressi?
  In somma allor che fu creato il mondo

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