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di Tito Lucrezio Lib. III. 129

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  Non provi novità. Ma se commosso
  L’animo è poi da più gagliarda tema,
  Veggiam, che tutta per le membra a parte
  235L’alma è di ciò: tosto un sudor gelato,
  Un esangue pallore occupa il corpo;
  Balbutisce la lingua, e fioche e mozze
  Dal petto escon le voci, abbacinati
  Gli occhi in terra conficcansi; l’orecchie
  240Sentonsi zufolar; sotto i ginocchj
  Fiacche treman le gambe, e il piè vacilla.
  Vedesi al fin, che per terror di mente
  Spesso l’uom s’avvilisce; onde ciascuno
  Può di quindi imparar, che unita, e stretta
  245È l’anima con l’animo, e che tosto
  Ch’ella è spinta da lui, sferza e commove
  Le membra:, e ciò senz’alcun dubbio insegna,
  Che l’essenza dell’animo, e dell’anima
  Incorporea non è: ch’ove tu miri,
  250Ch’ella porge alle membra impulso, e moto;
  Che nel sonno le immerge, il volto muta,
  E l’uom tanto a sua voglia affrena, e volge;
  Nè senza tatto di tai cose alcuna
  Far si può mai, nè senza corpo il tatto,
  255Mestiero è pur, che di corporea essenza
  Si confessin da noi l’alma, e la mente.
  L’animo in oltre è sottoposto a tutti
  Gli accidenti del corpo, e dentro ad esso

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