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130 | di Tito Lucrezio Lib. III. |
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Partecipa con noi d’ogni suo danno:
260Dunqu’è mestier, che per natura anch’egli
Corporeo sia mentre nel corpo immerso
Può da corporei dardi esser piagato.
Or, che corpo sia l’animo, e di quali
Semi formato in chiari detti esporti
265Vo’, se attento m’ascolti. Io dico adunque
Pria, ch’egli è sottilissimo, e composto
D’atomi assai minuti; e se tu forse
Come ciò vero sia, d’intender brami,
Quindi intendere il puoi. Nulla più ratto
270Far si vede giammai di quelle cose,
Che la mente propone, e ch’ella stessa
A far comincia: più veloce adunque
Corre per se medesima la mente
D’ogni altra cosa, che veder co’ gli occhi
275Si possa; ma di semi assai rotondi,
E minuti convien, che sia formato
Quel, ch’è mobile tanto, acciocchè spinti
In picciolo momento abbiano il moto.
Che se l’acqua si move, e per tantino
280Di momento si mesce, ondeggia, e scorre,
Ciò fa, perchè il suo corpo è per natura
D’atomi molto piccioli e volubili
Contesto; ma se l’oglio, o ’l visco, o ’l mele
Più tenaci han le parti, e men veloce
285L’umido innato, e viepiù tardo il corso,