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di Tito Lucrezio Lib. III. | 131 |
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Questo avvien lor, perchè la lor materia
Stretta è fra se con più gagliardo laccio;
Nè di tanto sottili, e sì rotondi
Atomi è fatta, e così lisci, e mobili.
290Conciossiachè sospesa aura leggiera
Può di molli papaveri un acervo
Sforzar co ’l soffio a dissiparsi affatto;
Ma non può già per lo contrario un mucchio
O di pietre, o di dardi. Adunque quanto
295I corpi son più lievi, e più minuti,
E più lisci, e più tondi, essi altrettanto
Son più facili a moversi; ma quanto
Son più gravi all’incontro, e più scabrosi,
Essi altrettanto han più fermezza in loro.
300Dunque perchè da noi già s’è provato,
Che la mente dell’uomo è mobilissima,
Mestier sarà, che i suoi principj primi
Molto piccioli sian, lisci, e rotondi:
Il che se bene intenderai, saratti
305D’utile non mediocre, ed opportuno
Dar potrà lume a molte cause occulte.
Ma di che tenue, e sottil seme ell’abbia
L’essenza intesta, e da che picciol luogo
Contenersi dovria, se in un sol gruppo
310S’unisse, a te palese anco da questo
Certamente farassi. Osserva l’uomo
Tosto che della morte acquista, e gode