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Nacque in Pontormo, Castello del fiorentino nel 1632. Dalla mercatura e giurisprudenza passò alla poesia e matematica. Professor di filosofia in Pisa ebbe grandi contrasti col Viviani e col Grandi. Emerse traducendo Lucrezio. Il Lazzaroni lo criticò amaramente. Ma con buona pace di questo Maceratese Professore di Padova, il Marchetti per comune opinione è ottimo traduttore. Così avess’egli più riguardo avuto alla religione, ed al buon costume ponendo in gran luce i passi più seducenti di Lucrezio, senz’apporvi alcuna annotazione. Cosimo III. gran Duca, e pio Sovrano non volle accettarne la dedica, nè mai permise che quella traduzion si stampasse. Paolo Rolli l’ebbe manoscritta, e il primo la pubblicò. Morì in patria nel 1714.
La vita più lunga del Marchetti col catalogo delle sue opere è nel Tomo 21. del Giornale de’ Letterati d’Italia e nel Tomo 2. del Fabroni Vitæ Italorum doctrina excellentium,