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132 di Tito Lucrezio Lib. III.

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  La sicura quiete, e che dell’alma
  Si fuggio la natura, e della mente;
  315E nulla dal suo corpo esser limato
  Veder potrai nella figura esterna,
  Nulla nel peso: ogni altra cosa intatta
  Ne conserva la morte, eccetto il senso
  Vitale, e ’l vapor caldo. Adunque è forza,
  320Che di semi assai piccioli contesta
  Sia tutta l’alma per l’interne viscere,
  Per le vene, e pe’ muscoli, e pe’ nervi,
  Poichè quantunqu’ella s’involi affatto
  Dal corpo, non per tanto illesa resta
  325D’intorno a lui la superficie esterna;
  Nè pur gli manca del suo peso un pelo;
  Qual se dal vino, o dal soave unguento
  Sfuma lo spirto, e si dissolve in aura;
  O d’altro corpo si dilegua il succo,
  330Che non sembra però punto minore
  O di mole, o di peso; e ciò succede
  Sol perchè molti piccioli, e minuti.
  Semi i succhi compongono, e l’odore
  Comparton delle cose a tutto il corpo.
  335Dunque voglia, o non voglia, è pur mestiero,
  Che l’essenza dell’animo, e dell’alma
  Si confessi da te fatta di semi
  Piccioli assai; mentre in fuggir dal corpo
  Della sua gravità nulla non toglie,

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