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154 | di Tito Lucrezio Lib. III. |
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Nascere il fuoco, e tra le fiamme il ghiaccio
In oltre se dell’anima l’essenza
A morte non soggiace, e può sentire
910Separata dal corpo, a quel, ch’io stimo,
Forza sarà, ch’ella si creda ornata
De’ cinque sentimenti; e noi proporre
Possiam, che l’alme per l’inferno errando
Vadano; onde i Pittori, ed i Poeti
915Ne’ secoli primieri in cotal guisa
L’alme inrrodusser d’ogni senso ornate.
Ma non posson per se, prive dell’alma,
O le mani, o la lingua, o il naso, o gli occhi,
O l’orecchie goder vita, nè senso,
920Nè per se ponno i sensi, e senza mani,
E senza lingua, e senza orecchi, e senza
Occhi, e naso goder senso, nè vita:
E perchè il senso esser ne mostra il senso
Comune a tutto il corpo, ed ognua vede,
925Che animale è il composto, egli è pur d’uopo,
Che se questo con subita percossa
Vien ferito nel mezzo in guisa tale,
Che restin separate ambe le parti,
E diviso, e stracciato anco dell’alma
930Sia co ’l corpo il vigore, e quinci, e quindi
Senz’alcun dubbio seminato, e sparso.
Ma ciò che si divide, ed in più d’una
Parte si sparge, per se stesso nega