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158 di Tito Lucrezio Lib. III.

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  1015Che se tu forse penetrar ti credi
  L’anima per le membra insinuata
  Di fuori in noi, tanto più dee co ’l corpo
  Liquefatta perir; poichè disfassi
  Tutto ciò che penètra, e però muore.
  1020Conciossiachè divisa al fin si spande
  Pe’ meati insensibili del corpo:
  E’ qual se per le membra è compartito,
  Tosto il cibo perisce, e di se stesso
  Porge ristoro, e nutrimento al corpo;
  1025Tal dell’alma, e dell’animo l’essenza,
  Benchè novellamente entri nel corpo
  Intera, nondimen pur si dissolve,
  Mentre il penètra, e che pe’ fori occulti
  Vengon distribuite ad ogni membro
  1030Le sue minime parti; onde si forma
  Quest’altra essenza d’animo, che poscia
  Donna è del corpo, e che di novo è nata
  Di quella, che perìo distribuita
  Già per le membra; onde non par, che l’alma
  1035Priva sia di natal, nè di feretro.
  In oltre non rimangono i principj
  Dell’anima nel corpo, ancorchè morto?
  Che se pur vi rimangono, e vi stanno,
  Non par, che giustamente ella si possa
  1040Giudicare immortal: poichè libata
  Fuor se ne gìo parte di se lasciando,

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