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di Tito Lucrezio Lib. IV. 207

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  Molte altre cose simili, che tutte
  665Cercan di violar, quasi la fede
  A ciascun sentimento, ancorchè indarno.
  Poichè di questi una gran parte inganna
  Per la fallace opinion dell’animo,
  Ch’è formata da noi, mentre prendiamo
  670Per noto quel, che non è noto al senso
  Se finalmente alcun crede, che nulla
  Non si possa saper, questi non sa
  Anco, se la cagion possa sapersi;
  Ond’egli nulla non saper confessa.
  675Dunque il più disputar contro a costui
  Opra vana saria, mentr’egli stesso
  Co’l suo proprio cervel corre all’indietro.
  Ma concesso anco questo, nondimeno
  Chiederogli di novo: In qual maniera
  680Non avend’egli conosciuto innanzi
  Cosa, che vera sia, sappia al presente
  Quel, che il sapere, e il non saper significhi;
  Onde il falso dal ver, dal dubbio il certo
  Discerna: E in somma troverai, che nacquè
  685La notizia del ver da’ primi sensi;
  Nè ponno i sensi mai, se non a torto
  Ripudiarsi da te, mentr’è pur d’uopo,
  Che presti ognun di noi fede maggiore
  A quel, che può per se medesmo il falso
  690Vincer co’l vero. E qual di maggior fede

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