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236 | di Tito Lucrezio Lib. IV. |
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Altr’in sogno favella, e ne rivela
Talor cose importanti, e porge spesso
Degli occulti misfatti indicio aperto.
1450Molti da breve sonno a sonno eterno
Fan passaggio crudel. Molti assaliti
Da spavento terribile improvviso,
Qual se d’alta montagna in cupa valle
Fosser precipitati, oppressi ’n guisa
1455Restan, che quasi mentecatti, e scemi
Desti a gran pena pe ’l disturbo interno
Delle membra agitate, in se ritornano.
Siede poi l’assetato appresso un fiume,
O presso un fonte, o presso un rivo, e tutto
1460L’occupa quasi con le fauci ingorde:
E spesso anco i bambin dal sonno avvinti,
Pensan d’alzarsi i panni, o sovra un lago,
O sovra un corto doglio, e di deporvi
Il soverchio liquor di tutto il corpo:
1465Mentre intanto d’Olanda i preziosi
Lini vanno irrigando, e le superbe
Coltre tessute in Babilonia, o Menfi.
In oltre quei, che dell’etade al primo
Bollor son giunti, e che maturo il seme
1470Hanno omai per le membra, effigie e spettri
Veggono intorno di color gentili,
E di volti leggiadri: indi eccitarsi
Sentono i luoghi di soverchio seme