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di Tito Lucrezio Lib. IV. 251

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  Culto del proprio corpo opra, che l’uomo
  S’avvezzi agevolmente a viver seco.
  Nel resto il conversar genera amore:
  1855Che sia pur, quanto vuoi, leve ogni corpo,
  Ciò che spesso è percosso, in lungo spazio
  Pur cede, e cade. Or tu non vedi adunque,
  Che fin dell’acque le minute stille
  Con l’assiduo grondar forano i sassi?

Fine del Tomo.

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