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30 di Tito Lucrezio Lib. I.

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  La natura, i costumi, i moti, e ’l vitto.
  In oltre ancor, perchè l’estremo termine
  Di qualsivoglia corpo è pur qualcosa,
  775Benchè più non soggiaccia a’ sensi nostri;
  Forz’è, che senza parti, e indivisibile
  Sia per Natura, e che non fosse mai
  Separato per se, nè sia per, essere,
  Mentr’egli stesso è prima parte, ed ultima:
  780Onde l’altre, e poi l’altre, a lui simili,
  Per ordine disposte al corpo danno
  La dovuta grandezza. Or perchè queste
  Star non posson da se, d’uopo han d’appoggio;
  Ne diveller si ponno in alcun modo,
  785Per lor simplicità dunque i principj
  Son pieni, impenetrabili, ed, eterni;
  Ed han l’indivisibili lor parti
  Con forti lacci collegate, e strette,
  Nè già per l’union d’altri principj
  790Creati furo, anzi piuttosto è d’uopo,
  Ch’eterna sia la lor simplicitade:
  Talchè mai la Natura non consente,
  Che nulla sia da lor staccato, ond’essì
  Scemin di mole; conciossiachè i primi
  795Semi alle cose dee serbare intatti,
In oltre se da noi non si concede
  Il minimo fra corpi, egli è mestiero
  Dir poi, che tutti d’infinite parti

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