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di Tito Lucrezio Lib. I. | 31 |
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Composti sian, mentrechè sempre il mezzo
800Il mezzo avrà, nè alcuna cosa mai
Porrà loro alcun termine. Qual dunque
Differenza addurrem fra l’Universo
Intero, e qualsisia più picciol corpo?
Niuna al mio parer: Poichè quantunque
805Sia l’Universo d’ogn’intorno immenso;
Pur quei corpi, eziandio, che per natura
Picciolissimi son, di lui non meno
Sarian composti d’infinite parti:
Il che poi reclamando ogni verace
810Ragion, come incredibile rifiuta.
Sicchè d’uopo fia pur, che vinto al fine
Tu confessi, che al mondo alcuni corpi
Trovansi, che di parti affatto privi,
E per natura lor minimi sono:
815Ond’essendo pur tali, è forza al certo;
Che sian pieni, infrangibili, ed eterni.
Se la Natura al fin, che il tutto crea,
Non solesse sforzare a dissiparsi
In parti indivisibili le cose,
820Già non potria restaurar con esse
Nulla di ciò, che si dissolve, e muore:
Poichè quel, che di parti, onde s’accresce,
Non è composto, aver giammai non puote
Ciò ch’aver denno i genitali corpi,
825Cioè varj tra lor legami, e pesi,