< Pagina:Lucrezio e Fedro I.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.

di Tito Lucrezio Lib. I. 31

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Lucrezio e Fedro I.djvu{{padleft:59|3|0]]

  Composti sian, mentrechè sempre il mezzo
  800Il mezzo avrà, nè alcuna cosa mai
  Porrà loro alcun termine. Qual dunque
  Differenza addurrem fra l’Universo
  Intero, e qualsisia più picciol corpo?
  Niuna al mio parer: Poichè quantunque
  805Sia l’Universo d’ogn’intorno immenso;
  Pur quei corpi, eziandio, che per natura
  Picciolissimi son, di lui non meno
  Sarian composti d’infinite parti:
  Il che poi reclamando ogni verace
  810Ragion, come incredibile rifiuta.
  Sicchè d’uopo fia pur, che vinto al fine
  Tu confessi, che al mondo alcuni corpi
  Trovansi, che di parti affatto privi,
  E per natura lor minimi sono:
  815Ond’essendo pur tali, è forza al certo;
  Che sian pieni, infrangibili, ed eterni.
Se la Natura al fin, che il tutto crea,
  Non solesse sforzare a dissiparsi
  In parti indivisibili le cose,
  820Già non potria restaurar con esse
  Nulla di ciò, che si dissolve, e muore:
  Poichè quel, che di parti, onde s’accresce,
  Non è composto, aver giammai non puote
  Ciò ch’aver denno i genitali corpi,
  825Cioè varj tra lor legami, e pesi,

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.