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48 di Tito Lucrezio Lib. I.

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  Fisico esperto alla sua cura intento:
  Suol porgergl’in bevanda assenzio tetro,
  1260Ma pria di biondo, e dolce mele asperge
  L’orlo del nappo, acciò gustando poi
  La semplicetta età resti delusa
  Dalle mal caute labbia, e beva intanto
  Dell’erba a lei salubre il succo amaro;
  1265Ne si trovi ingannata, anzi più tosto
  Sol per suo mezzo abbia ristoro, e vita;
  Tal appunto or facc’io, perchè mi sembra;
  Che le cose, ch’io parlo, a molti indotti
  Potrian forse parere aspre, e malvage;
  1270E so, che il cieco, e sciocco volgo aborre
  Da mie ragioni. Io perciò volli, o Memmio,
  Con soave eloquenza il tutto esporti,
  E quasi asperso d’Apollineo mele.
  Te ’l porgo innanzi per veder, s’io posso
  1275In tal guisa allertar l’animo tuo,
  Mentre tu vedi in questi versi nostri
  Quanto dipinta sia l’alma natura
  Vaga, adorna, e gentil, leggiadra, e bella:
  Ma perch’io già mostrai, che i primi corpi
  1280Infrangibili sono, e sempre invitti
  Volano eternamente; or su veggiamo,
  Se la somma di tutti abbia prescritto
  Termine, o no. E perchè il Vuoto ancora
  O luogo, o spazio, ove si forma il tutto,

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