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di Tito Lucrezio Lib. I. 53

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  Non sorgesse per tutto, e ristorasse
  Ciò che nel mondo ad or ad or vien meno.
  1395Poichè; qual senza pasto ogni animale
  Disperde in varie parti il proprio corpo;
  Tal appunto dovrian tutte le cose,
  Se lor mancasse il consueto cibo
  Della materia, dissiparsi anch’elle:
  1400Nè colpo esterno vi sarebbe alcuno
  Bastante a conservarle. I corpi in vero,
  Che l’urtan d’ogn’intorno assai sovente,
  Ponno in parte impedirle; infin che giunga
  Materia, che supplisca a ciò, che manca;
  1405Ma pur tal volta ripercossi indietro
  Saltano, e insieme a’ primi semi danno
  Luogo, e tempo alla fuga, ond’ognun d’essi
  Sciolto da’ lacci suoi ratto sen vola.
  Dunqu’è mestier, che d’ogn’intorno germini
  1410Molta prima materia, anz’infinita,
  Acciò restauri il tutto, e l’urti, e ’l cinga.
Or sopr’ogni altra cosa avverti, o Memmio,
  Di non dar fede a quel, che dice alcuno;
  Cioè che al centro della somma il tutto
  1415D’andar si sforza, e che in tal guisa il mondo
  Privo è di colpi esterni, e mai non ponno
  Dissiparsi, e fuggirsi in altro luogo
  I sommi corpi, e gl’imi, avendo tutti

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