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7O di Tito Lucrezio Lib. II.

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  Poichè se ciò non fosse, il tutto al certo
  Per lo Vano profondo in giù cadrebbe,
  315Quasi stille di pioggia; e mai non fora
  Nato trà i primi semi urto o percossa:
  Onde nulla giammai l’alma Natura
  Crear potrebbe. Che se pure alcuno
  Si pensa forse, che i più gravi corpi
  320Scendan giù ratti per lo retro spazio,
  E per di sopra ne’ più lievi inciampino,
  Generando in tal guisa urti, e percosse,
  Che possan darne i genitali moti,
  Erra senz’alcun dubbio, e fuor di strada
  325Dalla dritta ragion molto si scosta.
  Poichè ciò che per entro all’aria, e all’acqua
  Cade all’ingiuso il suo cadere affretta,
  E de’ pesi a ragion ratto discende;
  Perchè il corpo dell’acqua, e la natura
  330Tenue dell’aria trattener non puote
  Ogni cosa egualmente, e viepiù presto
  Convien, che vinta alle più gravi ceda,
  Ma pe ’l contrario in tempo alcun dal vuoto
  In parte alcuna alcuna cosa mai
  335Impedirsi non puote, ond’ella il corso
  Non segua, ove natura la trasporta;
  Onde tutte le cose, ancorchè mosse
  Da pesi disuguali, aver dovranno
  Per lo Vano quieto egual prestezza,

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