< Pagina:Luisa Anzoletti - Canti dell'ora, Milano 1914.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
112 | motivi lirici |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Luisa Anzoletti - Canti dell'ora, Milano 1914.djvu{{padleft:120|3|0]]
a quest’asilo suo, come fratello,
grave il cor di sconforto e d’aspre cure,
33torna cercando pace il Poverello.
Qual grazia arride entro le soglie pure?
Che voci udì? Che segrete parole
36favellarono a lui le creature?
Più che suon di tiorbe e di viole
corre pieno di laudi armoniose
39via pe ’l cielo umbro ’l Cantico del Sole.
E la celluzza che di frondi e rose
santa Chiara intesseva al pio cantore,
42ribenedette in Dio tutte le cose,
vide, Italia, de’ tuoi inni l’albore.
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.