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144 poemetti guerreschi

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che vien squillando a mattinar le squadre,
su l’alba grigia limpida diana,
9è la sua voce, la sua voce, o madre!

La sempre invitta, l’unica sovrana,
che gli ozi ignora e sa tutte le prede,
12impetuosa come la fiumana.

È la sua voce che improvvisa riede
qual non fu mai sì piena e sì possente,
15vergin d’insanie, indomita di fede.

Porgi le braccia a lui benedicente
senza un sospiro per la sua pressura
18che quest’ora di gloria gli consente.

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