< Pagina:Luisa Anzoletti - Canti dell'ora, Milano 1914.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.
146 poemetti guerreschi

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Luisa Anzoletti - Canti dell'ora, Milano 1914.djvu{{padleft:154|3|0]]


Fu il segno, fu l’appello, fu il ristoro.
Ecco, da i monti fino a la marina
33è tutta l’aria un palpito sonoro.

Chi si desta presago, e chi cammina
alacre, conscio il dissueto spirto
36come d’una rinascita divina,

maravigliando: — Fino a ier fu irto
di geli ’l cammin nostro, aspro di rovi;
39or lo allieta la rosa e abbella il mirto!

Godemmo il serpe stuzzicar ne’ covi,
e le volpi aggiogar, plaudendo a Mevio;
42or non è senso in noi che non s’innovi! —

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.