< Pagina:Luisa Anzoletti - Canti dell'ora, Milano 1914.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
La guerra senza poeti | 191 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Luisa Anzoletti - Canti dell'ora, Milano 1914.djvu{{padleft:199|3|0]]
l’anima stanca, che non dà più guizzo,
le vane audacie de l’idea senz’ali,
69lo scetticismo, in cor tumido tizzo.
Un’altra gente usciva a le campali
fatiche da le case ove s’ingabbia
72avvezza a sopportar disagi e mali.
Un’altra gente, monda d’ogni scabbia,
cibava il rancio là dove al convito
75companatico al pane era la sabbia.
E quando riparar vide l’ardito
ufficiale dal tiro che non sbaglia
78portando in collo il soldato ferito,
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.