< Pagina:Luisa Anzoletti - Canti dell'ora, Milano 1914.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
202 | poemetti guerreschi |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Luisa Anzoletti - Canti dell'ora, Milano 1914.djvu{{padleft:210|3|0]]
dissenna i padri ed a le madri artiglia
le viscere, voi, culle, scomparite!
33spèzzati anello! E sia de la famiglia
come de le sorgenti inaridite.
Che se il latte convertesi in veleno,
36è giunto ’l dì quando non parve immite
chiamar beato l’infecondo seno.
O tu, che superbivi ad ogni passo
39d’un laccio infranto e d’un calpesto freno,
secolo, al qual mirò nel suo trapasso
la storia, come chi vede l’altura
42rider nel sole, tra le nebbie, al basso;
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.