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Ben di te l’universo si gioconda,
come là dove in figurato velo
13il tuo bel regno la pittura accoglie.

La deità quivi aspira feconda,
danzan con piede che non curva stelo
16le belle, l’aureo pomo un giovin coglie.

Tu non sorridi. Sciogli ad essi ’l nembo
de’ fiori. E intanto co’ suoi giochi e l’arti
rempiendo ’l verde ne l’aprico lembo
20par studioso ognun di consolarti.

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