< Pagina:Macbeth.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.
138 MACBETH

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Macbeth.djvu{{padleft:141|3|0]]

angus.
Non è seco; io n’ho certezza.
D’ogni signore che seguì le insegne
Di Malcomo ebbi nota. Il giovinetto
Sivardo v’è, vi sono altri garzoni
Senza pelo sul mento ed inesperti
Nell’armeggiar; ma pure in questa impresa
Vonno far di coraggio esperimento.
lenox.
Nè poteano trovar più santa guerra,
Nè più bella, più giusta ed onorata
Causa. - Ed or che tardiamo? Alle bandiere
Di questo usurpator, dall’ira eterna
Maladetto, volgiam per sempre il tergo,
Ed a quelle solleciti corriamo
Che benedice la vittoria. È dove
Dimora la ragion la patria nostra.
angus.
Dunque alla selva!
(sentono squillo di trombe.)
lenox.
Udite?
Un suon di trombe.
S’appressano gl’Inglesi. Al loro sqillo
Risponda il nostro e li saluti.
(Squillo di trombe sulla scena che risponde al lontano.)

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.