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ATTO QUINTO. 143

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Più che non suole.
(Ad un servo che si precipita dentro.)
Il demone t’imbratti
Di fuligine il volto! E che potea
Darti quel bianco, spaurito aspetto?
servo
(Atterrito ed anelante.)
Diecimila....
macbeth.
Cornacchie, o creatura
Scempia?
servo.
Soldati, sire....
macbeth.
Oh va! ti graffia
Cor di coniglio, quelle guance, e pingi
Di rosso il tuo terror! Che mai balbetti
Di soldati, o marrano? Maledetta
L’anima tua! Mi semini nel campo
Con quel tuo volto d’imbiancato lino,
La codardia! Favella, anima sciocca!
Che soldati?
servo.
L’esercito britanno,
Se dir mi lasci....
macbeth.
Via di qua!....Saitonno!
Giunta è l’ora suprema! O questo cozzo
Rassecura il mio trono, o lo riversa

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