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148 | MACBETH |
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M’assisi a mensa cogli spettri, e sazio
Di terror son io.
(Seiton ritorna.)
Che fu?
SCENA VI
MACBET e SEITON
seiton.
Spirata
È la regina.
macbeth.
(dopo un lungo silenzio.)
Ritardar potea
La sua morte colei; per questa nova
Tempo opportuno non fallia.
(Fatti alcuni passi in profondo pensiero.)
Dimani,
E poi dimani. Oh sì! con brevi passi
Di giorno in giorno all’ultimo si corre.
Non cade Sol che a noi miseri stolti
Molte tombe non apra. O tenue face,
Spegniti! è tempo.... E tu, vita, che sei?
Un’ombra che dilegua; un infelice
Mimo che si dibatte e pavoneggia
Sulle scene del tempo, e poi ne scende,
Né di lui più si parla; una novella
Sulle labbra di un pazzo in cui non trovi
Che soffio e suono d’insensati accenti.