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libro secondo 73

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Maffei - Verona illustrata I-II, 1825.djvu{{padleft:103|3|0]]fondazioni la città ad ampliarsi, la prossima collina occupando, e di parte e d’altra assai spazio; onde tanto più strano fu il credere che il fiume sul fine del sesto secolo Cristiano a traverso di essa si fosse fatto strada, sbaragliando le case, portandone via anche i fondamenti, e a dispetto de’ continuati edifizj accomodandosi il letto. Non è anche da pensare fossero le città, benché serrate di mura, comprese tutte dentro le mura. Molto fabricavasi allora fuori: si vede in Vitruvio (lib. i, c. 7) che fuor di città anche per disciplina Etrusca era approvato di fare i tempj di Marte, di Venere, di Vulcano e di Cerere. D’edifizj assai lontani dalle prime mura gran reliquie si son qui vedute. Quinci fu, che per comprender tutto, si fecero poi gli altri recinti; anzi tanto venner crescendo le fabriche di là dal fiume, che non più circondar la città, ma parve dividerla; però già da molti secoli scrisse Liutprando, ch’esso le passava per mezzo, come il Tevere a Roma.

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