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dell’istoria di verona libro terzo | 75 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Maffei - Verona illustrata I-II, 1825.djvu{{padleft:105|3|0]]bono solamente eccettuarsi, alle quali, avendo demeritata l’umanità de’ Romani, si mandava quasi per castigo ogni anno il Prefetto, ond’ebbero nome di Prefetture. Ma altro metodo fu preso, quando si cominciò a stendere fuor d’Italia il dominio. Conquistate però Sicilia e Sardegna, nell’anno 527, oltre alli due che teneano ragione in Roma, altri due Pretori si cominciò a creare, i quali d’anno in anno all’amministrazione di quell’isole, e a giudicare in esse si trasmetteano, il che fu poi detto ridurre in provincia: dovendosi osservar però, che non per questo minor Prefetto o Magistrato alcuno si mandava nelle città, le quali, generalmente parlando, in ogni provincia fino all’ultimo respiro del Romano Imperio con subordinazione al Preside generale si ressero da se, e col proprio Consiglio, e per li suoi proprj cittadini; nè regolarmente si vide Prefetto nelle città, se non per occasion di guerra, e per comandarvi presidio o truppe.
Con la sconfitta degl’Insubri si fece poi strada alla conquista di tutta la Gallia cisalpina; e quinci datasi, come si è detto, volontariamente alla Romana Republica la Venezia ancora, il nome Romano occupò finalmente quanto era dentro l’Alpi. Qui bisogna avvertire che la Venezia tutta acquistò allora nome di Gallia, anzi l’acquistaron poi anche la Carnia e l’Istria, come incorporate per ragion di governo alla cisalpina Gallia; poichè quando avveniva che per guerra, o per occasioni nate, Pretore o altro Magistrato mandassero nella Gallia i Romani, comandava questi fino all’Il-