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78 | dell’istoria di verona |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Maffei - Verona illustrata I-II, 1825.djvu{{padleft:108|3|0]]fin sottomessa. Ecco però come distinte e considerate fossero da’ Romani nelle prime età del dominio quelle regioni tutte che furono nell’Italia comprese.
Spicca da quanto si è detto l’error di coloro, che non solamente amministrata ne' primi tempi da ordinario Proconsole la cisalpina Gallia, ma hanno creduto sottoposta sempre a Presidi Romani anche l’Italia interiore, o con titolo di Proconsoli, o di Questori. Questo sarebbe un confondere tutto il sistema de’ tempi Romani, e uno stravolgere affatto l’antica idea del governo. Sottoporre a un Preside tanto era, quanto ridurre in provincia: ma chiunque su gli antichi Scrittori gettò mai gli occhi, sa che Italia e Provincie, Italiano e Provinciale si dissero perpetuamente quasi per contraposto. Fin quando i Triumviri ripartirono tra se le provincie tutte, e l’Imperio si divisero, e quando poi vinti Cassio e Bruto, nuova division si fecero Antonio e Cesare, non occorre, dice Dione (lib. 48, init.), che dell’Italia io parli, imperocchè rimase in tali contingenze eccettuata sempre, professando essi contendere non di essa, ma per essa; cioè non per signoreggiarla, ma per difenderla. Un passo è in Appiano (Civ. I. 1: ἦσαν γὰρ ὠς ἔοικε, ec.) che ha fatto inganno a molti, ove narrando quell’uccisione in Ascoli, che fece scoppiar la mina della congiura Soziale, dice che l’ucciso fu Servilio, il quale in quel paese era Proconsole; e da ciò crede potersi congetturare che in quel tempo si assegnasse l’Italia divisa in parti a varj Proconsoli da reggere; ma errò quivi Appiano prima