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DELL’ISTORIA

DI

VERONA



LIBRO SESTO


Il compimento della perfetta cittadinanza Romana consistea nel gius degli onori. Furon popoli ch’ebbero anche il gius di dar voto; ma non però furono ammessi alle dignità, nè fatti capaci di sostenere in Roma i Magistrati. Che tal diritto a queste nostre città e colonie comunicato fosse, e che dentro l’ottavo secolo di Roma già lo godessero, si riconosce in Tacito

(Ann. lib. 11: primores Galliae, quae Comata appellatur); poichè desiderando alcuni principali uomini della Gallia Chiomata, che avean già la cittadinanza, anche il gius degli onori e l’accesso in Senato, si opposero alcuni Senatori, dicendo esser ben bastante che la Curia fosse stata invasa da’ Veneti e dagl’Insubri, e non doversi ora accomunare anche agli stranieri l’insegne de’ Padri, e lo splendore de’ Magistrati (quod Veneti, et Insubres Curiani inruperint, nisi caetus alienigenarum, ec.). Fu allora che l’Imperador Claudio perorando a favor de’ Galli, gli fece ottenere

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