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190 | dell’istoria di verona |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Maffei - Verona illustrata I-II, 1825.djvu{{padleft:220|3|0]]questa parte i Duumviri della Consolar Cronologia Panvinio e Noris, il quale ancora in una lapida si fondò, che non so quanto sia sicura: ma così fatte questioni al proposito nostro non servono. Sfuggì Pomponio la capital condanna per la costante insistenza d’un fratello che si fece suo mallevadore. Dell’equanimità con cui tollerò la fortuna aversa, e per cui sopravisse a Tiberio, e di gran pulitezza ne’ costumi, e d’illustre ingegno, dall’Istorico fu commendato (Ann. lib. 5: multa morum elegantia, et ingenio illustri). Il fratello per trattener Tiberio dall’infierire in lui, andò conciliandosi la sua grazia con le accuse, inquieto però e torbido anche per se stesso (Ann. l. 6: moribus inquietus, ec.). D’una cena data dal nostro Secondo all’Imperadore fa menzion Plinio (lib. 14, c. 4). A tempo della morte di Caligola egli era Console di nuovo, sostituito all’Imperador medesimo, che il consolato per cinque soli giorni ritenne, come Svetonio insegna (c. 17: usque in VII idus, ec.). Avanti la morte di Caligola, che fu trucidate il dì 24 gennaio, Pomponio era certamente Console, affermandolo Dione (lib. 59); il quale dice ancora, come in quell’ultimo convito ei giacea prossimo all’Imperadore. Ucciso Caligola, abbiam da Gioseffo (Bell. lib. 2, c. 10) che i Consoli Senzio, Saturnino e Pomponio Secondo suggerirono al Senato di deputar tre coorti urbane alla custodia della città; e raguuatolo in Campidoglio, presero a persuadere fortemente di non far altri Principi, ma di rimetter l’antico governo: un’orazione in tal proposito mette