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libro sesto | 227 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Maffei - Verona illustrata I-II, 1825.djvu{{padleft:257|3|0]]rimasi ne’ libri. Cosi Brognoligo sarà stato pruneolicus, che non breve come Argolicus, ma doveano popolarmente pronunziar lungo. Nel Piemonte e frequente la desinenza in asco, perchè nel parlar Latino dovea esservi frequente quella in aticum, che in quel paese si sarà pronunziata in ascum: così Civasco da cibaticum, Piozzasco da Plotiaticum, Bagnasco da balneaticum: ammalia herbatica disse Vopisco: da fugiaticus si è fatto fugiasco; e da Maioraticum Maggiorasco. Alcuni de’ nostri nomi sono anche nati dai diminutivi Latini, come Rivole da ripulae, Celiore da cellulae, Colognola da Coloniola, Palazzolo da Palatiolium: altri uscirono in ecchio, come Montecchio da monticulus, e in Toscana Apecchio da apiculus. Molti nomi venner poi dalle famiglie che possedeano i fondi; come Quinzano dalla gente Quinzia, Pollano dalla Pollia, Povigliano dalla Pobilia, Marano dalla Maria, Cazzano dalla Catia, Desenzano dalla Decentia, e più altri. Caldiero deriva da Caldarium, così detto dal bagno minerale che vi si trova; volgarmente dovea forse dirsi Calderium: nell’Itinerario Bordegalese mal si scrive Cadiano. In molti pure la voce Latina ancor si ritiene, variata solamente qualche lettera o sillaba per la volgar pronunzia; come Progno nella montagna da pronus, che si sarà così detto per essere in costa: in pronis, cioè in siti di pendio, dee leggersi in Plinio (l. 17, c. 11), ove le stampe hanno in prunis. Sono di questo numero Custoza da custodia, Chievo da clivus, Fiessi da in flexu, Lugo da lucus, Prun