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libro ottavo 365

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Maffei - Verona illustrata I-II, 1825.djvu{{padleft:398|3|0]]suadersi che a tanto numero venisser sì tosto i Fedeli, e con sussidj tali, da poter formare un Clero ed eleggere un Vescovo. Regolarmente, perchè germogliasse e fruttificasse il divin seme a tal segno, vi si richiedeano più età: sappiamo che Chiese in qualche numero e palesi non ebbero i Cristiani che nel secol terzo. Invaghisce molti il pregio di venir da San Pietro; ma chi dubita che non ne vengano tutte le Chiese d’Italia singolarmente? Per tal discendenza però non è necessario che S. Pietro mandasse in ognuna a risedere un Pastore: basta che quei sacri operarj mandasse, da’ quali i primi semi in moltissimi luoghi si sparsero, onde poi derivarono di mano in mano le Chiese tutte. Gioconda immaginazione è quella, che potesse S. Pietro deputare un Vescovo in particolare per tanto numero di città; quasi egli così gran numero di discepoli e di convertiti atti a tal ministero avesse in pronto, e quasi dovesse mandargli a negozio fatto. S. Pietro sarà stato secondo l’uso Apostolico in più città d’Italia egli stesso, e nelle varie parti di essa spedì senza dubbio con sacro carattere, e dopo aver loro imposte le mani, compagni e ministri, perchè seminassero l’Evangelio; ma questi erano Sacerdoti e Vescovi non affissi ad un sol luogo, ma vaganti, e dopo aver annunziata in una città la Fede, passavano ad altra, come richiedea la necessità di portarla da pertutto. Tali forza è ch’essi fossero per qualche tempo, anzi tali furon per lo più gli Apostoli medesimi: il nome stesso di Vescovo indicò già presso i Gentili ufizio che

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