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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Maineri - L'adolescenza, Milano, 1876.djvu{{padleft:29|3|0]]
Poi aperse l’uscio, accolse il fratello e il nipote,... e chiese subito della signora Matilde.
— È qui abbasso che ti aspetta, gli disse il fratello, l’ho pregata di pranzare con noi....
— Ah! eccola anzi che ci viene incontro,... disse il ministro, correndo verso l'Annina che saliva le scale, e che, sorpresa all'improvviso, divenne rossa come una bragia.
Il fratello fu pronto a dargli una tirata ai lembi del vestito, dicendogli all’orecchio:
— T'inganni..., questa è sua figlia.
Il ministro si ravvide subito dell’errore, e seppe dissimularlo colla prontezza abituale degli alti magistrati quando s’avvedono d’aver detto una corbelleria. La prese per le mani, la contemplò con emozione dicendo:
— Tal quale sua madre!... alla sua età..
Sbalordito al risvegliarsi di tante memorie, assorto nella contemplazione d’una natura sempre fresca di perenne giovinezza, vedendo che fuori dalla finestra, i monti, le colline, il bosco, le case, Paria, la luce tutto era al suo posto, tutto conservava l’antico carattere, egli si era dimenticato per un’istante che gli uomini e le donne non hanno la stessa fortuna, ed alla apparizione della fanciulla gli parve di vedere la sua Matilde, quando aveva diciott’anni. Scese le scale, la vide finalmente, e gli parve che, quantunque ancora bella, non fosse più dessa. Con isquisita galanteria seppe dissimulare la sua impressione, le prese la mano affettuosamente, gliela tenne stretta a lungo, e guardandola teneramente le andava ripetendo: — Vi ricordate?... vi ricordate?... Oh i begl’anni che non tornano più !... e si passava la mano sulla fronte,