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— Dov’è questa signora Fanny?

— Credo che sia giù lì nel cortile.

— A far che, nel cortile?

Il cameriere esitò un momento.

— Non lo so — diss’egli.

Il conte si alzò, andò ad aprire bruscamente la finestra, guardò giù, brontolò un’esclamazione piemontese e disse al cameriere:

— Vengano su tutt’e due.

Il cameriere s’inchinò.

— Ah, non lo sapevate! — esclamò il conte.

Quegli, mogio mogio, uscì.

— Pare impossibile! — disse il conte. — Quell’asino di dottore che fa la ruota intorno alla cameriera di mia nipote. In giardino come due colombi!

Un minuto dopo entrò il pittòr tutto rosso, ed esclamando — Che combinazione! che combinazione! — disse di essere giusta venuto per fare una partitina...

— Con Fanny — interruppe il conte.

Il dottore rise molto e disse che il conte aveva voglia di ridere. Non pareva, però, a guardarlo; e il dottore, ridendo di meno, lo guardava sempre.

Disse poi che la signora Fanny non aveva volsuto venire perchè era stata chiamata dalla sua padrona.

— Cedo il mio posto al dottore — disse Silla, alzandosi. Il dottore protestò che non voleva assolutamente, che gli bastava di stare a vedere e che già il conte a giuocar con lui non si divertiva. Ma Silla insistette; temeva una scena e non gli garbava di assistervi.

— Tornerò — diss’egli — ripiglierò la partita più tardi.

Uscito lui, Fanny, tutta imbronciata, porse il viso per la porta e disse:

— Cosa comanda?

— Che veniate avanti.

Fanny aperse l’uscio un po’ di più, ma non si mosse.

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