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— Giardiniere! — diss’egli. — Al paese! Una barca e degli uomini.

Il giardiniere sparve per la porticina del cortile.

— Dio, Dio, Dio! — esclamò il dottore alzando le braccia.

Gli altri continuavano a gridare dalla loggia — Presto! Presto!

Ed ecco il giardiniere tornare di corsa.

— Occorre anche il prete? — diss’egli.

Il dottore gli mise i pugni al viso.

— Stupido, non vedi che sono venuto via io?

Colui non capì bene, ma tornò via, e il dottore corse di sopra.

Una finestra dell’ultimo piano si aperse, una voce debole domandò:

— Cosa c’è? Cos’è accaduto?

Era la Giovanna.

Qualcuno rispose dal cortile:

— È succeduto che hanno ammazzato il signor Silla.

— Oh Madonna Santa! — diss’ella.

Si udì il giardiniere gridare da lontano. Altre voci gli rispondevano. Il passo d’un contadino che scendeva a salti suonò sulla scalinata; lo seguì un altro. Venivan curiosi, avvertiti da una scintilla elettrica. Il padrone era morto; entrarono in casa arditamente. De’ ragazzi passarono il cancello del cortile, scivolarono in casa essi pure, saliron le scale. Volevano entrare nel salotto, sapevano che l’uomo era là. Ne uscì il dottore entratovi un momento prima.

— Via — diss’egli con voce terribile.

I ragazzi fuggirono.

Quegli parlò a qualcuno ch’era rimasto dentro.

— Fino a che non venga il pretore, nessuno!

Poi chiuse l’uscio.

Il Vezza e gli altri si strinsero attorno affannati.

— Euh? — diss’egli. — Non ve l’ho detto prima? Passato il cuore.

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