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CAPITOLO V.
Strana storia.
Ell’era figlia unica di una sorella del conte Cesare e del marchese Filippo Crusnelli di Malombra, gentiluomo lombardo che visse in Parigi tra il 49 e il 59, sciupandovi un pingue patrimonio, mobilizzato in fretta e in furia dopo Novara. Marina perdette colà sua madre e passò dalle mani di una severa istitutrice belga a quelle di una governess inglese, giovane, bella e vivace. Quando il marchese tornò a Milano, nel novembre del 59, Marina aveva diciott’anni, una flora romantica in testa, una guida stordita al fianco e sulle labbra un sorriso sarcastico che le faceva pochi amici. In quell’inverno 1859-60 che lasciò a Milano splendida memoria di sè, lo spensierato marchese Filippo volle rientrare da Parigi nella società milanese col fracasso d’una vettura da posta che tuona per le borgate. Diede pranzi, balli e cene dove miss Sarah faceva gli onori di casa. Alcune vecchie dame parenti del marchese mossero gravi rimostranze al «caro Filippo» con la solennità di chi adempie un alto ufficio ed esprime in pari tempo il giudizio di una casta venerabile. Cadute a vuoto le loro parole, ruppero le relazioni diplomatiche e non vollero più saperne di quel «povero Filippo». Così almeno usavano dire agli amici, provocandone la maldicenza