< Pagina:Marinetti - Il tamburo di fuoco.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Marinetti - Il tamburo di fuoco.djvu{{padleft:126|3|0]]prima di frugare il mio cadavere. So che mi temono anche morto, e il mio cadavere squartato li terrorizzerà ancora col suo fuoco e la sua luce, come un vulcano. Sarà tanto di guadagnato per il Sinrun.

Mentre in cerchio mi contempleranno finalmente morto, senza osare toccarmi, tu potrai correre, correre a tutta velocità, appiattandoti di tanto in tanto nella sabbia, e senza fermarti giungerai nell’oasi di mio fratello.

Rullo di tamburi mediante 5 Sibilatori e 5 Ululatori.

Bagamoio.

Sono sicuro, sicuro di giungervi! Non temere! Ho muscoli d’acciaio. Basta che io possa scivolar giù fino al letto dell’Uadi senza essere colpito. Vedi, Kabango, quelle piante arsicce fra i sassi rossi. Basta che io non sia colpito sul sentiero scoperto!

Kabango.

Stringi bene sul petto le pelli del Sinrun.

Bagamoio.

Le ho già legate sulle mie costole. Sono

    120

    [[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Marinetti - Il tamburo di fuoco.djvu{{padleft:126|3|0]]

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.