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drai sulle loro pareti abbaglianti due mostruose bocche segate da enormi diamanti che ridono. Queste ondulazioni coprono un lurido carcame... La sabbia ha i luccicori d’un drappo funerario tessuto d’argento... Sono però vermi e non fili d’argento!
Kabango.
Tranquillizzati, quei vermi non ci mangeranno.
Bagamoio.
Ora mi spiego questo strano odore aspro, amaro e dolciastro. Fra quei cadaveri e quelle carcasse, vi sono dei carichi di pelli, spezie, spugne, tabacco, che cuociono sotto la sabbia.
Kabango.
Questa non è luce, ma la lava di un vulcano che straripa in cielo. Abbiamo sotto i piedi della bragia.
Bagamoio.
Più di sessanta gradi!
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