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VERMICELLO
a Fra Trippa
Non è di questo, che devi parlare!.. Ne abbiamo udite abbastanza, delle chiacchiere!... Devi dirci piuttosto se è vero che i Forti abbiano diritti maggiori dei nostri!...
VOCI LONTANE
dall’estremità invisibile dell’immensa tavola
Ah! Ah!... L’ho avuta!... Anche a me, una scodella!... Maiale!... Quella toccava a me!... No! È mia!... L’ho presa io!...
FRA TRIPPA.
Tacete!... E aprite tutti la bocca, per udir bene!... Vi avverto che stimo necessario un lungo preambolo... Udite!... Una volta, or sono venti secoli almeno, i popoli innumerevoli che coprivano, come ammassi di vermi e d’insetti immondi, la crosta putrescente della terra, sguazzavano nell’ozio e nell’abbondanza. Tutti, persino i villani, avevan tanto di pancia, e, beatamente satolli, andavano a zonzo pei campi chiomati di auree spiche, coll’andatura barcollante delle anatre... I bifolchi sembravano rotolare, dietro ai loro aratri, sulle zolle rimosse, come barili pieni per metà, e la terra, graffiata appena, si affrettava ad espettorare alimenti copiosi, che essi raccoglievano senza maraviglia... In verità, le salse piovevano dal cielo, in quei tempi, e il Sole, cuoco impareggiabile, arrostiva per gli uomini carni ideali!...
VERMICELLO.
Panzane!... Fandonie!... È un ciarlatano, costui!...