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L’IDOTA

aprendo un poco le vetriere, grondanti di lava solare:

Oh! esse non canterebbero così se avessero mangiato!... La Fame esalta e divinizza tutta la natura!... Guardate, sire!... Laggiù, tutti quei monti dai denti aguzzi gridano dalla fame sotto la polpa rosea e sugosa delle nuvole... I più lontani — guardate — sembrano protendersi come se fossero le labbra della terra, per bere l’azzurro inebbriante e la luce, che è il sangue stesso di Dio!...

RE BALDORIA.

Il tuo cervello è ricco di similitudini culinarie... A proposito... e se io bandissi una gara di poesia lirica?... Ci servirebbe di passatempo!...

L’IDIOTA.

Sire! Nessun poeta potrà mai agguagliare le jene, il cui accento lirico è veramente inimitabile!... Oh! la voce di questi sfrenati nottambuli, che cantano in pien meriggio la loro ebbrezza straziante!

RE BALDORIA.

Animo, Idiota!... Dammi subito un argomento poetico da svolgere!...

L’IDIOTA.

Voi, sire, siete l’argomento più interessante che si possa immaginare!... Ecco: sentite... Re Baldoria leva la forchetta d’oro sulle sue amatissime

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