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Il guardiano
con voce feroce:
Cosa fai? Cosa fai?
Rosina
Nulla... Nulla... Mi pettino... Mi hai strappato i capelli! Quando mi vedrai pelata, finalmente sarai contento di me!
Il guardiano
Dio! Dio! Dio!
La ripetizione meccanica di questa parola si spegne gradualmente nel sonno. Si sente uno stropiccio sul legno delle persiane, fra le quali appare ad un tratto una mano bianca d’uomo, effeminata, che si agita, graffia, invoca qualche cosa. Mano artificiale bianchissima un po’ più grande del normale perché sia visibile da tutto il teatro. Il proiettore la illumina per un minuto (dramma di oggetti inanimati) mentre il guardiano russa. Rosina striscia carponi verso la finestra, urta con le ginocchia il coltello, lo afferra, lo alza, e guardando fissamente il guardiano assopito, avvicina la lama scintillante alla mano bianca completamente emersa dalle griglie.
Sipario
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