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Sudiciani
avvicinandosi timidamente a Vasto mentre estrae una tavolozza dai tasconi della sua zimarra passatista:
Mi permetta, Maestro, di copiare questo mattone della Ca’ d’Oro genialmente arrossato dallo scoppio di una granata. Tono veramente inimitabile. Mi proverò.
Vif- Glin
svegliandosi di scatto’.
Via danzerò la Canzone degli Amanti di Venezia.
Silenzio.
Ogni sera Maria lasciò cadere
il mio cuore nelle lagrime nere
e ferito e bruciato.
Ma l’acqua bislacca
lo sciacqua e risciacqua
con latte biacca e lacca verde.
L’aurora l’indora.
La luna l’inargenta.
Ma lui sotto sotto si perde
lotta e complotta con gatti e gatte
e piange le sue, lagrime lente.
Pattumol
si scuote, si alza e si avvicina a Furr che sta sforzandosi di staccare un leone di pietra da un’aquila di granito:
Vuole che l’aiuti? Me n’intendo. Li conosco. Ho anche buoni muscoli allenati dal trasporto dei quadri vecchi. Oggi però sono stanco, e la mia brutta tosse mi ha ripreso i bronchi. Non ho dormito tutta la notte pensando al mio San
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