< Pagina:Marinetti - Teatro.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

Quinta sintesi

LA MORTE DELL’ULTIMO TRENO

Sontuoso tramonto di porpora sulle rovine di una grande stazione ferroviaria.

Una lunga tavola imbandita è piantata di traverso sul binario.

A destra e a sinistra della tavola letti, divani e casse da morto aperte che rivelano il loro interno di velluto azzurro imbottito.

Mollazzon

ritto a capo tavola parla agli inesistenti convitati:

Timidamente, o miei cari Mollenti, e seguendo il consiglio sentenziale che decretò la fine dell’urbanismo, della luce artificiale e della velocità, propongo di innalzare fra le rovine di questa stazione le statue di Vasto Alata e Furr, cioè lo Spazio e il Tempo incatenati, vive statue giustamente martirizzate.

36


    561

    [[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Marinetti - Teatro.djvu{{padleft:562|3|0]]

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.