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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Marinetti - Teatro.djvu{{padleft:60|3|0]]pide, cadono di tanto in tanto, tintinnando. L’ombra ci guarda come un grande occhio nero innamorato.
Kabango
La luna è tutta aperta dal piacere, e gode.
Mabima
Anch’io sono aperta dal piacere. La foresta è divenuta un’arpa immensa di rami e raggi lunari. Le liquide dita delle sorgenti la svegliano arpeggiando. Hanno strappi lenti cosí dolci...
1 Rombatore e 2 Frusciatori.
Kabango
Perché tremi? Sono piccoli uccelli verdi che i negri chiamano foliotocol. I fogliami ne sono pieni e ondeggiano come scrigni trasparenti pieni di smeraldi animati. Il brusio della foresta acqueta finalmente il mio sangue.
5 Frusciatori.
Mabima
Baciami! Baciami! Disseta la mia carne, Kabango!... Baciami! Sono tua... tua!...
Kabango
I nostri baci ingelosiranno i fiori, e le belle farfalle che hanno ali dipinte d’inviti amorosi, e gli uccelli che gareggiano per sedurre la notte, e i profumi deliranti che viaggiano come messaggi d’amore, e anche le stelle, che sono parole d’amore cristallizzate.
Mabima
Quanto sei poeta, Kabango! Preferisco le strofe che improvvisi per me, a tutte quelle di Lanzirica.
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