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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Matilde Serao Il ventre di Napoli.djvu{{padleft:47|3|0]] e la porta aperta, e dopo gli Ave e i Pater dirgli questa antifona: San Pantaleone mio per la vostra castità - per la mia verginità datemi i numeri, per carità! - Alla nona sera si ode un passo, è il santo che viene, si odono dei colpi, sono i numeri che dà. Alla quarta quinta sera di questi strani riti, le ragazze sono tanto esaltate che hanno delle allucinazioni e cadono in convulsioni. Alcune affermano di aver visto e di aver udito, alla nona sera: ma che mancò loro la fede e il miracolo non è riuscito.

Tutte le superstizioni profane, sparse pel mondo, sono raccolte in Napoli e ingrandite, moltiplicate. Noi crediamo tutti quanti alla jettatura. Non parliamo dell’olio sparso, dello specchio rotto, del cucchiaio in croce col coltello, della sottana posta alla rovescia che porta fortuna, dei soldi mercati (gobbi), dei ragni, degli scorpioni, della gallina: superstizioni vecchie, chi se ne occupa? I napolitani credono ancora alle sibille: vi è una Chiara Stella,

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