< Pagina:Matilde Serao Piccolo romanzo.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

piccolo romanzo 29

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Matilde Serao Piccolo romanzo.djvu{{padleft:33|3|0]]ma esteriore, come tutti dicono, una passione divoratrice, una passione prepotente e indomabile, che ne ha già distratto la segreta virtù? Non venite sulla mia strada: o sono perduta. Siate gentiluomo, siate principe, dimenticate quella vostra natura indifferente e fredda e dimenticate che solo il vostro egoismo esiste e vogliate sparire per me. Vedete che sono stata buona, buona: non mi sono uccisa, il che avrebbe potuto procurarvi qualche fastidio: non sono fuggita di casa mia, per venire nella vostra, il che vi avrebbe dato una grande noia. Sposo un vecchio e vado via dalla mia bella Roma, lascio il mio paese e la mia famiglia; abbiate pietà di me, non mi gittate alla perdizione. Che farò io di questa passione? Dove divamperà questo fuoco nascosto? Chissà! Oh, perchè non siete voi uno fra tanti, uno di quelli che ballano, cavalcano, fumano, giuocano come mio fratello, Ferdinando di Nerola! Vi dimenticherei, così presto, se foste uno fra tanti! O, forse, non vi avrei amato. Ma voi mi farete questa grande carità, voi non verrete mai, mai, dove io sono. Io vi amo tanto tanto, in un modo così assoluto, così imperioso, che il solo vedervi apparire, scomporrebbe per sempre la mia vita. Non venite. Alle

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.